Il welfare aziendale è un’opportunità per accrescere le interazioni tra i dipendenti e aumentare il loro potere di acquisto. Grazie ai vantaggi fiscali che può apportare, il welfare è anche e, soprattutto un fattore motivazionale che porta i lavoratori ad un atteggiamento positivo nei confronti dell’azienda che, oltre a fornire un reddito al dipendente, provvede anche al supporto della vita privata e familiare del lavoratore, grazie all’aiuto del welfare.
Cosa si può ottenere con il welfare aziendale?
. Per i dipendenti:
- Aumento del potere d’acquisto;
- Maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata;
- Miglioramento del clima aziendale;
- Benessere per tutta la famiglia.
Per le aziende:
- Risparmi sul costo del personale;
- Diminuzione del tasso di turnover e di assenteismo;
- Aumento della produttività;
- Maggiore appeal sui candidati;
Per il sistema Paese:
- Creazione di un mercato di erogatori di servizi di welfare;
- Emersione del lavoro nero.
Riduzione del costo del lavoro tramite welfare aziendale
Gestire correttamente il costo del lavoro è un fattore importante per l’azienda e l’ottimizzazione dei costi del personale è il risultato a cui si giunge a seguito di un articolato percorso di analisi che deve tenere conto di tutti i costi (anche accessori o indiretti) e dei premi contributivi e fiscali fruibili grazie a nuove assunzioni, all’erogazione di fringe benefit ai lavoratori o allo sviluppo di piani di welfare aziendale.
Un mix di elementi la cui valutazione corretta e attenta può restituire all’azienda indubbi vantaggi economici.
Costo del lavoro e sue componenti
Il costo annuo del personale, nella sua formulazione più consueta, è dato dalla sommatoria di:
· retribuzioni correnti, dirette o indirette;
· retribuzioni differite, incluso il TFR;
· contribuzione a carico dell’azienda;
· premi assicurativi;
· incidenza del costo della manodopera sull’IRAP.
Fringe benefits
Da molti anni ormai è riconosciuta da parte di lavoratori e imprese, grande importanza ai fringe benefits, costituiti dai compensi che il datore di lavoro attribuisce o concorda, collettivamente o individualmente con i lavoratori, oltre alla normale retribuzione in denaro.
Con il termine fringe benefit si fa riferimento a qualcosa che viene dato in aggiunta rispetto al normale salario del lavoratore. I fringe benefit sono tutte quelle aggiunte relative a compensi su specifici servizi o Prodotti.
Il loro valore è:
- Da un lato fornire opportunità di risparmio fiscale e contributivo,
- Dall’altro far conoscere al dipendente nuovi ambiti da cui trarre maggiore soddisfazione, rispetto a una semplice ed equivalente retribuzione in denaro.
La scelta del piano di welfare è compiuta dall’azienda attraverso un criterio di utilità, a favore dei lavoratori; l’attenzione va posta ad ogni modo, alla valorizzazione del fringe benefit, che normalmente avviene mediante l’applicazione del criterio del “valore normale”.
Il ricorso al cosiddetto “welfare aziendale” è definibile come l’insieme dei benefici che un’azienda può riconoscere ai propri lavoratori con la finalità di soddisfare esigenze dei dipendenti e dei loro familiari.
Il vantaggio in termini di costo di queste iniziative deriva dal favorevole trattamento fiscale che alcune di queste voci di spesa possono garantire a lavoratori ed aziende, quando vengono rispettate le condizioni richieste dalle norme fiscali, prime fra tutte l’articolo 51 del TUIR.
Accade così che la previsione di incentivi premiali possano essere assoggettati ai fini IRPEF con una imposta sostitutiva con aliquota al 10% oppure la totale esenzione nel caso in cui il lavoratore scelga la conversione del premio monetario in uno o più beni o servizi scelti nell’ambito di un paniere appositamente definito.
Anche senza il ricorso alla contrattazione collettiva di secondo livello, il datore di lavoro può liberamente scegliere di mettere a disposizione dei dipendenti in maniera unilaterale alcune utilità o servizi che, se rivolti alla totalità o a categorie di dipendenti (e dunque non “ad personam”) non costituiranno reddito per il lavoratore che le utilizza.
Le aziende più sensibili, che vogliono dare un’immagine più completa e attrattiva hanno dunque la possibilità di utilizzare tali strumenti per ridurre il costo del lavoro e per definire il pacchetto più idoneo di iniziative tese alla soddisfazione ed al miglioramento della qualità della vita per i lavoratori e rispettive famiglie, al di là del tradizionale incentivo puramente economico, soggetto sempre e comunque a contribuzione e tassazione.
SMART WORKING E WELFARE AZIENDALE
Lo smart working è entrato nel paniere di iniziative di welfare che le aziende oggi possono offrire ai propri dipendenti.
Da diverse analisi è emerso come le aziende abbiano dovuto aumentare la dotazione di pc portatili e altri strumenti hardware.
Con l’emergenza sanitaria lo smart working è stato per lo più assimilato al lavoro da remoto e questo ha comportato per il 29% dei lavoratori una difficoltà a separare il tempo per l’impegno professionale e quello per la famiglia e per se stessi. Così come il 29% ha sperimentato una sensazione di isolamento nei confronti dell’organizzazione.
i fringe benefit relativi al lavoro in smart working: il computer, il tablet o lo smartphone, che riguardano la tecnologia con cui il lavoratore dipendente può lavorare.
Già nel 2020 era stato stabilito dal governo un aumento per l’esenzione fiscale a cui l’azienda può accedere per i fringe benefit. Anche per il 2021 è confermata la proroga della misura, che incentiva le aziende a fornire ai propri dipendenti strumentazioni utili soprattutto per lavorare da remoto da casa e di fatto crearsi un vero e proprio ufficio con la possibilità di inserire tra i fringe benefit anche la sedia ergonomica, la scrivania ed eventuali strumenti di illuminazione per il dipendente che lavora in smart working.
Tanti lavoratori si sono dovuti adattare alla situazione attuale provocata dalla pandemia adeguando il proprio lavoro alla vita domestica.
La tassazione viene applicata nel modo tradizionale, e possono venire applicate percentuali più o meno elevate in base al benefit. Il datore di lavoro generalmente può dedurre i costi secondo la normativa italiana.
L’esenzione per i benefit sotto a 516,46 euro al momento si prospetta per tutto l’anno 2021, e rimangono ancora incerte le prospettive per il 2022.
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